In due nostri precedenti interventi avevamo segnalato che la Corte di Giustizia era stata chiamata a pronunciarsi su due importanti temi: il giudice competente per la violazione dei diritti d'autore on line, il c.d. “danno delocalizzato”, e l’esaurimento del diritto di distribuzione. Il 22 gennaio 2015 sono state emesse le due relative sentenze.
Nella decisione Hejduk / EnergieAgentur, relativa ai criteri di attribuzione della competenza giurisdizionale nei casi di violazione del diritto d’autore attraverso Internet, la Corte ha affermato il criterio della competenza del giudice dello Stato membro dove il sito Internet risulti accessibile da parte degli utenti della rete, in forza dell’art. 5, punto 3, del Regolamento CE n. 44/2001.
La Corte ha quindi disatteso le conclusioni depositate dall’Avvocato Generale UE Cruz Villalòn, che aveva invece concluso che, in caso di violazioni del diritto d’autore attraverso Internet (nel caso di specie, fotografie protette), doveva escludersi la competenza dei giudici dello Stato in cui si era concretizzato il danno e riservare invece tale competenza ai giudici dello Stato in cui si era determinato l’evento causale.
Si tratta di una decisione di grande importanza, in quanto per fondare la giurisdizione del giudice adito, la Corte non ha ritenuto necessario accertare che il sito Internet sul quale l’opera protetta è stata riprodotta sia “destinato” agli utenti di detto Stato membro – e quindi l’accertamento da parte del giudice della presenza di una serie di elementi a comprova dell’indirizzamento del sito verso un certo paese, quali, ad esempio, la lingua, la nazionalità degli utenti che ne usufruiscono, la menzione all’interno del sito di una clientela internazionale composta da clienti domiciliati in stati differenti.
La Corte ha poi precisato (citando e confermando il noto precedente della sentenza Pinckney) che poiché la tutela dei diritti d’autore e dei diritti connessi al diritto d’autore accordata dallo Stato del giudice adito riguarda soltanto il territorio di quello Stato, tale giudice è esclusivamente competente a conoscere del danno cagionato nel territorio dello Stato in cui si esercita la sua giurisdizione e si pronuncia.
Con la seconda sentenza Art&Allposters / Pictoright, la Corte è stata chiamata a decidere se il procedimento attraverso il quale un poster viene “trasferito” su tela (il c.d. “canvas transfer”), costituisca una nuova forma di sfruttamento dell’opera in quanto la modifica realizzata implica una variazione del supporto materiale di entità tale da comportare per l’autore un nuovo diritto, che non si sia esaurito per via della precedente distribuzione dei poster (ai sensi dall’art. 4 della Direttiva n. 29/2001).
In questo caso la Corte ha accolto il parere dell’Avvocato Generale Cruz Villalòn, secondo cui la modifica in questione avrebbe sufficiente rilevanza e caratterizzazione per non ritenersi esaurito il diritto di distribuzione degli autori; in particolare, tale rilevanza deriva dal fatto che la modifica non comporta una variazione qualsiasi del supporto materiale dell’opera distribuita, bensì proprio l’utilizzo di un supporto che risulta essere della stessa natura di quello in cui l’opera è stata incorporata originariamente.
Questa decisione avrà certamente conseguenze dirette sui soggetti che si occupano della valorizzazione e dello sfruttamento delle opere protette dal diritto d'autore che vengono riprodotte su oggetti fisici tangibili ed influenzerà l’attività di produttori, distributori e rivenditori di una vasta gamma di prodotti venduti in negozi di souvenir, gallerie o negozi di complementi d’arredo.